martedì 8 luglio 2014

La vita di tutti i giorni


I.

Basta, ormai è finita
E non voglio più gente in casa mia.
Quello che è stato è stato
– Una gran birberia –
Ma chi ha avuto ha avuto
E chi ha dato ha dato
Dal Cardinale all'Innominato.

Cara la mia Lucia
Non sarò più tanto snello
Ma il cielo di Lombardia
È rimasto sempre quello.
Tu sai bene che non moraleggio,
Però la poteva andare anche peggio:
In fondo, ce la caviamo con poco
Anche se tu... sì, proprio tu
Sembravi fare apposta a scherzare col fuoco...

Ma adesso il romanzo è finito,
E una volta scampati alla peste
Com'è vero che almeno una cosa ho capito:
Facciamo meglio - i capponi - a mangiarceli noi per le feste.

Va bene, va bene, Lucia;
Te l'ho detto, è proprio finito.
E allora, cosa fai lì con le mani in mano?
Non hai mica - per caso - un po' di nostalgia?
Con tutto quello che abbiamo da fare... 
Appena adesso, si cominciava a parlare...
... O ripensi magari a Milano?...

Io, francamente, non voglio pensarci mai più.
Se è per me, li perdono
Tutti quanti, e ci faccio una croce su.
Proprio, da buon cristiano.
Ma è finito - hai capito? - è finito!
Su, su,
Prendi, l’anel ti dono,
Senza tante parole.

Andiamo, su; hai sentito?
D'ora in poi ci si alza col sole
E si va a letto - al più tardi - alle dieci.
... Mica come in lazzaretto...

A proposito... sai che era saporito
Quel giambonetto
E il tuo minestrone di ceci...


II.

Lucia... rimembri ancora
L'invasione... e non saper dove andare...
E la persecuzione... e sempre scappare...

Dormivi?... Ma io ci ho ripensato.
Forse era quel minestrone squisito,
Ma io stanotte non ho proprio dormito.
Mi sono alzato,
Ho bevuto - niente - non ci sono riuscito.
E tu dormivi - tu,
Ma appena mettevo la testa giù
Era come se mi sentissi - io! - sul viso
Ancora quell'orribile alito del Griso.

Eppure... vedi... sento che dimenticheremo...
Cosa vuoi... l'abitudine di ogni giorno...
Gli oggetti familiari tutti intorno...
... E domani sera, forse, «per tenermi leggero»,
Tu mi farai soltanto un paio di mele al forno.
... Com'è vero! Com'è vero...
E fra meno di un anno, io stesso dirò: che scemo...

Così sarà stato inutile
Tutto, come se fossero
Vecchie storie, altrui e noiose...
Vedrai... «in un domani», ai nostri figli
Che ci verranno a domandare
Se Don Abbondio era proprio così fifone,
Se (tutto sommato) Don Ferrante fosse
O non fosse un minchione,
O se la sventurata rispose o non rispose...
Noi non sapremo dare
Che un po' di ricordi generici, e i soliti buoni consigli.

Non è che mi lamenti...
... Ma allora sarà stato tutto vano,
Se per recuperare
Momenti meno spenti 
Su episodi famosi
Non avremo più niente
Di prima mano,
E dovremo rileggerci - come tutti gli altri - <I Promessi Sposi>?

Perciò
Promettimi: lo so 

Che c'è tanto da fare, in tutte le case,
E che una moglie non ha mai un attimo per riposare
Né per commuoversi davanti alle albe e ai tramonti;
Ma quando ti càpita d'alzar gli occhi su quei monti
Sorgenti dall'acque, non dimenticare
Che almeno una volta
Sei stata capace di una celebre frase.

Alberto Arbasino