lunedì 28 dicembre 2015

Buone feste da tutto lo staff.

Buongiorno cari lettori di Frasiandu,
Lo staff  Frasiandu  augura a tutti i suoi lettori buone feste e un buon anno nuovo pieno di salute amore e felicità.
Grazie per averci seguito in tanti in questo anno, vi aggiorniamo con nuove poesie e testi poetici nel 2016!

Al prossimo post, Auguri!



Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu,


sabato 19 dicembre 2015

Natale- Giuseppe Ungaretti

Buonasera cari lettori di Frasiandu,
Tante belle poesie sulla festa più bella e più attesa di tutto l'anno, il Natale.
Buona lettura!


Natale
Non ho voglia di tuffarmi 
in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi cosi
come una cosa posata
in un angolo
e dimenticata
Qui non si sente altro
che il caldo buono
Sto con le quattro
capriole di fumo
del focolare

Giuseppe Ungaretti.


Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.

sabato 12 dicembre 2015

Poesia di Natale- Salvatore Quasimodo.

Buon pomeriggio cari lettori di Frasiandu,
Il Natale si avvicina sempre di più mancano esattamente 13 giorni alla festa più bella di tutto l'anno.
Vi auguriamo di passare un buon fine settimana, buona lettura!


Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

di
Salvatore Quasimodo.



Grazie sempre per la vostra attenzione, Staff Frasiandu.

domenica 6 dicembre 2015

L'immacolata - Preghiera alla Vergine - Francesco Petrarca

Buongiorno cari lettori di Frasiandu,
Mancano due giorni al' 8 Dicembre, giorno dell'Immacolata Concezione che segna l'inizio del periodo natalizio.
Questa particolare data ha origine dal fatto che nel 1854 Pio IX proclamò lImmacolata Concezione con una bolla chiamata “Ineffabilis Deus”. Tale documento sancisce in modo inequivocabile come la Beata Vergine Maria sia stata resa immune dal peccato originale. Pertanto non deve essere confuso con il concepimento di Gesù da parte dio Maria ma il dogma fa riferimento al peccato originale. Come è noto la Chiesa Cattolica afferma che ognuno di noi, come esseri umani, all’atto del concepimento siamo già marchiati dal peccato originale.


Vergine bella, che di sol vestita,
coronata di stelle, al sommo Sole
piacesti sì, che 'n te Sua luce ascose,
amor mi spinge a dir di te parole:
ma non so 'ncominciar senza tu' aita,
et di Colui ch'amando in te si pose.
Invoco lei che ben sempre rispose,
chi la chiamò con fede:
Vergine, s'a mercede
miseria extrema de l'humane cose
già mai ti volse, al mio prego t'inchina,
soccorri a la mia guerra,
bench'i' sia terra, et tu del ciel regina. 

Vergine saggia, et del bel numero una
de le beate vergini prudenti,
anzi la prima, et con piú chiara lampa;
o saldo scudo de l'afflicte genti
contra colpi di Morte et di Fortuna,
sotto 'l qual si trïumpha, non pur scampa;
o refrigerio al cieco ardor ch'avampa
qui fra i mortali sciocchi:
Vergine, que' belli occhi
che vider tristi la spietata stampa
ne' dolci membri del tuo caro figlio,
volgi al mio dubbio stato,
che sconsigliato a te vèn per consiglio. 

Vergine pura, d'ogni parte intera,
del tuo parto gentil figliola et madre,
ch'allumi questa vita, et l'altra adorni,
per te il tuo figlio, et quel del sommo Padre,
o fenestra del ciel lucente altera,
venne a salvarne in su li extremi giorni;
et fra tutt'i terreni altri soggiorni
sola tu fosti electa,
Vergine benedetta,
che 'l pianto d'Eva in allegrezza torni.
Fammi, ché puoi, de la Sua gratia degno,
senza fine o beata,
già coronata nel superno regno. 

Vergine santa d'ogni gratia piena,
che per vera et altissima humiltate
salisti al ciel onde miei preghi ascolti,
tu partoristi il fonte di pietate,
et di giustitia il sol, che rasserena
il secol pien d'errori oscuri et folti;
tre dolci et cari nomi ài in te raccolti,
madre, figliuola et sposa:
Vergina glorïosa,
donna del Re che nostri lacci à sciolti
et fatto 'l mondo libero et felice,
ne le cui sante piaghe
prego ch'appaghe il cor, vera beatrice. 

Vergine sola al mondo senza exempio,
che 'l ciel di tue bellezze innamorasti,
cui né prima fu simil né seconda,
santi penseri, atti pietosi et casti
al vero Dio sacrato et vivo tempio
fecero in tua verginità feconda.
Per te pò la mia vita esser ioconda,
s'a' tuoi preghi, o Maria,
Vergine dolce et pia,
ove 'l fallo abondò, la gratia abonda.
Con le ginocchia de la mente inchine,
prego che sia mia scorta,
et la mia torta via drizzi a buon fine. 

Vergine chiara et stabile in eterno,
di questo tempestoso mare stella,
d'ogni fedel nocchier fidata guida,
pon' mente in che terribile procella
i' mi ritrovo sol, senza governo,
et ò già da vicin l'ultime strida.
Ma pur in te l'anima mia si fida,
peccatrice, i' no 'l nego,
Vergine; ma ti prego
che 'l tuo nemico del mio mal non rida:
ricorditi che fece il peccar nostro,
prender Dio per scamparne,
humana carne al tuo virginal chiostro. 

Vergine, quante lagrime ò già sparte,
quante lusinghe et quanti preghi indarno,
pur per mia pena et per mio grave danno!
Da poi ch'i' nacqui in su la riva d'Arno,
cercando or questa et or quel'altra parte,
non è stata mia vita altro ch'affanno.
Mortal bellezza, atti et parole m'ànno
tutta ingombrata l'alma. 

Vergine sacra et alma,
non tardar, ch'i' son forse a l'ultimo anno.
I dí miei piú correnti che saetta
fra miserie et peccati
sonsen' andati, et sol Morte n'aspetta. 

Vergine, tale è terra, et posto à in doglia
lo mio cor, che vivendo in pianto il tenne
et de mille miei mali un non sapea:
et per saperlo, pur quel che n'avenne
fôra avenuto, ch'ogni altra sua voglia
era a me morte, et a lei fama rea.
Or tu donna del ciel, tu nostra dea
(se dir lice, e convensi),
Vergine d'alti sensi,
tu vedi il tutto; e quel che non potea
far altri, è nulla a la tua gran vertute,
por fine al mio dolore;
ch'a te honore, et a me fia salute. 

Vergine, in cui ò tutta mia speranza
che possi et vogli al gran bisogno aitarme,
non mi lasciare in su l'extremo passo.
Non guardar me, ma Chi degnò crearme;
no 'l mio valor, ma l'alta Sua sembianza,
ch'è in me, ti mova a curar d'uom sí basso.
Medusa et l'error mio m'àn fatto un sasso
d'umor vano stillante:
Vergine, tu di sante
lagrime et pïe adempi 'l meo cor lasso,
ch'almen l'ultimo pianto sia devoto,
senza terrestro limo,
come fu 'l primo non d'insania vòto. 

Vergine humana, et nemica d'orgoglio,
del comune principio amor t'induca:
miserere d'un cor contrito humile.
Che se poca mortal terra caduca
amar con sí mirabil fede soglio,
che devrò far di te, cosa gentile?
Se dal mio stato assai misero et vile
per le tue man' resurgo,
Vergine, i' sacro et purgo
al tuo nome et penseri e 'ngegno et stile,
la lingua e 'l cor, le lagrime e i sospiri.
Scorgimi al miglior guado,
et prendi in grado i cangiati desiri. 

Il dí s'appressa, et non pòte esser lunge,
sí corre il tempo et vola,
Vergine unica et sola,
e 'l cor or coscïentia or morte punge.
Raccomandami al tuo figliuol, verace
homo et verace Dio,
ch'accolga 'l mïo spirto ultimo in pace.
di
Francesco Petrarca. 




Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.

mercoledì 2 dicembre 2015

Ho sceso, dandoti il braccio - Eugenio Montale.

Buonasera cari lettori di Frasiandu,
E' arrivato Dicembre e insieme a lui il freddo, la sera ci va solamente di stare al caldo sdraiati sul letto a leggere un buon libro o una bella poesia, niente di più bello.
Vi auguriamo quindi una buona lettura e una buona serata.




Ho sceso, dandoti il braccio, 
almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto 
ad ogni gradino.
Anche così è stato breve 
il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, 
né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni, 
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale 
dandoti il braccio
Non già perché con quattrocchi 
forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo
che di noi due
Le sole vere pupille, 
sebbene tanto offuscate, 
erano le tue.


di
Eugenio Montale.


Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.

venerdì 27 novembre 2015

Felicità raggiunta - Eugenio Montale

Buonasera cari lettori di Frasiandu,
Questa bellissima poesia di Montale parla della felicità.
La felicità sta nelle piccole cose, nei piccoli gesti, attimi che la vita ci regala ogni giorno.

Vi auguriamo di trascorrere una buona notte e una buona lettura.
Buon proseguimento.



Felicita' raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che si incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.


Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino 
a cui fugge il pallone tra le case.


di
Eugenio Montale.


Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.

venerdì 20 novembre 2015

La storia - Eugenio Montale

Buonasera cari lettori di Frasiandu,Un testo davvero emozionante e significativo quello di E. Montale, 
già il suo titolo parla da sé, "La Storia".
La storia importante per ricordare tutto quello che è successo nel passato per far sì che tutto ciò che accaduto di brutto non si ripeta più nel corso degli anni.


La storia non si snoda
come una catena
di anelli ininterrotta.
In ogni caso
molti anelli non tengono.
La storia non contiene
il prima e il dopo,
nulla che in lei borbotti
a lento fuoco.
La storia non è prodotta
da chi la pensa e neppure
da chi l'ignora. La storia
non si fa strada, si ostina,
detesta il poco a poco, non procede
né recede, si sposta di binario
e la sua direzione
non è nell'orario.
La storia non giustifica
e non deplora,
la storia non è intrinseca
perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.
La storia non è poi
la devastante ruspa che si dice.
Lascia sottopassaggi, cripte, buche
e nascondigli. C'è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge
quanto più può: se esagerasse, certo
sarebbe meglio, ma la storia è a corto
di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo
come una rete a strascico
con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
Qualche volta s'incontra l'ectoplasma
d'uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono
più liberi di lui.


di
Eugenio Montale.


Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.

lunedì 16 novembre 2015

lutto mondiale

Buongiorno cari lettori di Frasiandu,
Un post dedicato a tutte le vittime  della strage accaduta il 13 Novembre a Parigi.
Una strage che ha colpito i cuori di tutte le persone oneste e pacifiche.
Condoglianze alle famiglie, sperando che tutto questo possa fermassi il più presto possibile.
Accendiamo una candela e preghiamo per le loro anime.
                                                                                                                                     


                                                                                                                       


 Staff Frasiandu.

martedì 10 novembre 2015

Forse un mattino andando - Eugenio Montale

Buongiorno cari lettori di Frasiandu,
Iniziare la giornata con una buona dose di lettura fa bene alla mente e anche al corpo,
quindi vi auguriamo una splendida giornata e una buona lettura.


Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
Alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
Tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.



di
Eugenio Montale.


Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.

mercoledì 4 novembre 2015

I limoni - Eugenio Montale

Buongiorno cari lettori di Frasiandu,
ricominciamo di nuovo con E. Montale,grandissimo poeta internazionale famoso in tutto il mondo per le sue opere davvero strabilianti.
Ricordiamolo così, buona lettura e buona giornata!


Ascoltami, i poeti laureati 
si muovono soltanto fra le piante 
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. 
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi 
fossi dove in pozzanghere 
mezzo seccate agguantanoi ragazzi 
qualche sparuta anguilla: 
le viuzze che seguono i ciglioni, 
discendono tra i ciuffi delle canne 
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. 

Meglio se le gazzarre degli uccelli 
si spengono inghiottite dall'azzurro: 
più chiaro si ascolta il susurro 
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove, 
e i sensi di quest'odore 
che non sa staccarsi da terra 
e piove in petto una dolcezza inquieta. 
Qui delle divertite passioni 
per miracolo tace la guerra, 
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza 
ed è l'odore dei limoni. 

Vedi, in questi silenzi in cui le cose 
s'abbandonano e sembrano vicine 
a tradire il loro ultimo segreto, 
talora ci si aspetta 
di scoprire uno sbaglio di Natura, 
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, 
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta 
nel mezzo di una verità. 
Lo sguardo fruga d'intorno, 
la mente indaga accorda disunisce 
nel profumo che dilaga 
quando il giorno piú languisce. 
Sono i silenzi in cui si vede 
in ogni ombra umana che si allontana 
qualche disturbata Divinità. 

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo 
nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra 
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. 
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta 
il tedio dell'inverno sulle case, 
la luce si fa avara - amara l'anima. 
Quando un giorno da un malchiuso portone 
tra gli alberi di una corte 
ci si mostrano i gialli dei limoni; 
e il gelo dei cuore si sfa, 
e in petto ci scrosciano 
le loro canzoni 
le trombe d'oro della solarità.


di

Eugenio Montale.


Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.


sabato 31 ottobre 2015

Halloween

Buonasera cari lettori di Frasiandu!
Happy Halloween a tutti!!

Halloween (o Hallowe’en) è una festività che si celebra principalmente negli Stati Uniti, nord del Messico, e alcune provincie del Canada nella notte del 31 ottobre.
 Le attività tipiche di questa festa sono: dolcetto o scherzetto, partecipare a parate o sfilate in costume tipico, intagliare una tipica zucca di Halloween, o jack-o’-lantern, allestire falò, visitare attrazioni collegate a fantasmi e spiriti, fare scherzi, raccontare storie dell’orrore e vedere film horror.
La parola Halloween è attestata la prima volta nel XVI secolo e rappresenta una variante scozzese del nome completo All-Hallows-Even, cioè la notte prima di Ognissanti.Una festa magica e misteriosa traboccante di sorprese, tra dolci, scherzi, travestimenti e incantesimi fatati, goditi i sorrisi e la gioia di stare insieme agli altri.












Buon divertimento e buona serata da tutto lo Staff Frasiandu.

lunedì 26 ottobre 2015

Piove - Eugenio Montale

Buonasera cari lettori di Frasiandu,
Questa sera vi intratteniamo con un bel testo del grande poeta Montale.

Vi auguriamo una buona lettura e una buona notte!


Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.

Piove
da un cielo che non ha
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.

Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c'è terremoto
né guerra.

Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia
e sulla greppia nazionale.

Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.

Piove
in assenza di ermione
se Dio vuole,
piove perché l'assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l'ha ordinato.

Piove sui nuovi epistemi
del primate adue piedi,
sull'uomo indiato, sul cielo
ominizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui work in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.

Piove ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.


di
Eugenio Montale.

Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.

martedì 20 ottobre 2015

Non chiederci parola - Eugenio Montale

Buonasera cari lettori di Frasiandu,

Questa sera vi intratteniamo con un nuovo poeta italiano, famoso il tutto il mondo, un grandissimo poeta della letteratura italiana, Eugenio Montale.
La sua opera più importante che tutti conosciamo è " Ossi di Seppia".
Il male di vivere” è forse la definizione più nota della visione della vita di Eugenio Montale.La poesia di Eugenio Montale è  incentrata sul tema della negatività.
La sua unica certezza è quella di sapere «ciò che non siamo, ciò che non vogliamo». Dietro a ogni azione umana c’è il vuoto, il nulla, la delusione, l’impossibilità di comunicare; la constatazione del fallimento di ogni tentativo di trovare certezze che diano un senso pieno alla vita.
Buona lettura!




Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


di
Eugenio Montale.



Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.

mercoledì 14 ottobre 2015

A paura mia - Eduardo De Filippo.

Buonasera cari lettori di Frasiandu,
Vi auguriamo con questo bel testo scritto da un grandissimo poeta, una buona serata e soprattutto una buona lettura.
Grazie sempre e al prossimo post!


Tengo nemice? Faccio 'o paro e sparo...
'E t tengo mente e dico: «Stongo ccà! »
E nun tremmo si sent' 'e di: «Te sparo! »
Chillo c' 'o ddice, '0 ddice, nun '0 ffà.
Si è p' 'o buciardo, nun me movo, aspetto.
('A buscia corre assaie, ma campa poco).
'O vuò vedè? '0 canusce comm' 'o «sette»,
va pè parlà, se fa una lamp' 'e fuoco.
'A calunnia? E chella «è un venticello»,
dico vicin' a 'o viento: «Nun sciuscià? »
Quann'ha fatt' 'a sfucata vene 'o bello,
allor' accuminciamm' a raggiunà.
E manco 'a morte, si me tene mente,
me fa paura. ' A morte è generale.
Ll'uommene sò rumanze differente,
ma tènen' una chiusa, unu finale.
M'arròbbano? Arreduco mmiez' 'a via?..
J' fatico e addevento chillu stesso,
ma, quanto voglio bene a mamma mia,
a mme me fa paura sul''o fesso!


di
Eduardo De Filippo.

Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.

venerdì 9 ottobre 2015

'o mare - Eduardo de Filippo.

Buongiorno cari lettori di Frasiandu.
Siamo alla fine della settimana , finalmente domani è Sabato giorno di riposo, di divertimento e di svago.
Oggi vi intratteniamo con un bellissimo testo del grande De Filippo, ricordando la stagione più bella,L'estate.
Il mare uno dei paesaggi più belli al mondo, a voi buona lettura e buona giornata!




"'O mare fa paura" 
Accussì dice 'a ggente 
guardanno 'o mare calmo, 
calmo cumme na tavula. 
E dice 'o stesso pure 
dint' 'e gghiurnate 'e vierno 
quanno 'o mare 
s'aiza, 
e l'onne saglieno 
primm' a palazz' 'e casa 
e po' a muntagne. 
Vergine santa... 
scanza 'e figlie 'e mamma! 
Certo, 
pè chi se trova 
cu nu mare ntempesta 
e perde 'a vita, 
fa pena. 
e ssongo 'o primmo 
a penzà ncapo a me: 
"Che brutta morte ha fatto 
stu pover'ommo, 
e che mumento triste c'ha passato". 
Ma nun è muorto acciso. 
È muorto a mmare. 
'O mare nuna cide. 
'O mare è mmare, 
e nun 'o sape ca te fa paura. 
Io quanno 'o sento... 
specialmente 'e notte 
quanno vatte 'a scugliera 
e caccia 'e mmane... 
migliara 'e mane 
e braccia 
e ggamme 
e spalle... 
arraggiuso cumm'è 
nun se ne mporta 
ca c' 'e straccia 'a scugliera 
e vveco ca s' 'e ttira 
e se schiaffea 
e caparbio, 
mperruso, 
cucciuto, 
'e caccia n'ata vota 
e s'aiuta c' 'a capa 
'e spalle 
'e bracce 
ch' 'e piede 
e cu 'e ddenoccie 
e ride 
e chiagne 
pecché vulesse 'o spazio pè sfucà... 
Io quanno 'o sento, 
specialmente 'e notte, 
cumme stevo dicenno, 
nun è ca dico: 
"'O mare fa paura", 
ma dico: 
"'O mare sta facenno 'o mare".


di
Eduardo De Filippo.


Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.