lunedì 25 maggio 2015

Roma - Giosuè Carducci

Buonasera cari lettori di Frasiandu.
La poesia di oggi è dedicata ad una delle città più belle d'Italia, la capitale Roma.
Molto affezionato Giosuè Carducci la racconta e descrive così.
A voi buona lettura.



Roma, ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: 
accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce. 

Non curïoso a te de le cose piccole io vengo: 
chi le farfalle cerca sotto l'arco di Tito? 

Che importa a me se l'irto spettral vinattier di Stradella 
mesce in Montecitorio celie allobroghe e ambagi? 

e se il lungi operoso tessitor di Biella s'impiglia, 
ragno attirante in vano, dentro le reti sue? 

Cingimi, o Roma, d'azzurro, di sole m'illumina, o Roma: 
raggia divino il sole pe' larghi azzurri tuoi. 

Ei benedice al fosco Vaticano, al bel Quirinale, 
al vecchio Capitolio santo fra le ruine; 

e tu da i sette colli protendi, o Roma, le braccia 
a l'amor che diffuso splende per l'aure chete. 

Oh talamo grande, solitudini de la Campagna! 
e tu Soratte grigio, testimone in eterno! 

Monti d'Alba, cantate sorridenti l'epitalamio; 
Tuscolo verde, canta; canta, irrigua Tivoli; 

mentr'io da 'l Gianicolo ammiro l'imagin de l'urbe, 
nave immensa lanciata vèr' l'impero del mondo. 

O nave che attingi con la poppa l'alto infinito, 
varca a' misterïosi liti l'anima mia. 

Ne' crepuscoli a sera di gemmeo candore fulgenti 
tranquillamente lunghi su la Flaminia via, 

l'ora suprema calando con tacita ala mi sfiori 
la fronte, e ignoto io passi ne la serena pace; 

passi a i concilii de l'ombre, rivegga li spiriti magni 
de i padri conversanti lungh'esso il fiume sacro.


di
Giosuè Carducci.


Grazie sempre per la vostra attenzione,Staff Frasiandu.