Recensioni Libri


Benvenuti miei  cari lettori,
Oggi vi parlerò di un bellissimo libro indirizzato a  tutte le fasce di età.
Io l’ho letto quando frequentavo la scuola, ma ancora adesso nonostante sono passati un po’ di anni , mi capita molto spesso di rileggerlo.
E’ un romanzo bellissimo che suscita molte emozioni.
Lo consiglio a tutti i lettori che amano leggere.




“Il gabbiano Jonathan Livingstondi Richard Bach è un romanzo breve in cui il protagonista è un volatile che si sente diverso dagli altri e come scopo nella vita non ha solo quello di procacciarsi il cibo, come tutti i suoi compagni, ma desidera imparare l’arte del volo per scoprire tutti i segreti e raggiungere la perfezione. 

Questa sua passione però è incompresa sia dalla famiglia, che cerca di spiegargli l’importanza di mangiare, per non ridursi penne ed ossa come sta succedendo a Jonathan, sia dagli amici, che con il tempo cominciano ad escluderlo dallo Stormo Buonappetito. 

Il gabbiano per quanto si sforzi di sembrare simile agli altri e provare a dedicarsi solo alla ricerca del cibo, non riesce ad accontentarsi e continua a desiderare la perfezione del volo, riuscendo sempre di più a fare acrobazie fuori dal comune. Questo suo amore per il volo però lo porta all’esilio, il Consiglio degli Anziani, infatti, lo bolla come reietto e il gabbiano viene allontanato dallo Stormo Buonappetito. 

Fuori dal gruppo, Jonathan non può fare altro che continuare nella sua impresa e trascorre tutto il tempo che ha ad esercitarsi, ed è proprio durante una delle sue esercitazioni che incontra due gabbiani dalle piume splendenti che volteggiano nell’aria e lo convincono ad andare con loro nel Paradiso dei Gabbiani, dove c’è molto da imparare sul volo per raggiungere la perfezione. Lì incontra Sullivan, che oltre a diventare suo amico è il suo mentore, e lo aiuta a carpire i segreti del volo e della vita. 

Jonathan impara velocemente, ma sente sempre il suo corpo come un limite per raggiungere il suo scopo, ed è per questo che chiede al gabbiano più anziano, Chang, di insegnargli a volare alla velocità del pensiero, per riuscire a oltrepassare la soglia del “qui ed ora”. 

Il gabbiano riesce anche in questo, ma nel frattempo Chang passa al Paradiso superiore lasciandogli un testamento in cui gli spiegherà che l’importante per raggiungere la perfezione non sta nel volo in sé, ma nel cogliere il segreto dell’amore. 

A quel punto Jonathan decide di ritornare a casa, per insegnare ai suoi vecchi amici dello Stormo Buonappetito ciò che lui ha imparato. Ma prima di rientrare nel suo cielo incontra sul suo cammino Flethcher, un gabbiano reietto molto simile a lui, che diventa il suo discepolo. 

Quando decide di tornare finalmente a casa, tutti apprezzano le doti, considerate ormai divine di Jonathan, ne restano affascinati, e lui capisce quale sia la sua vera strada, quella da seguire. 

Lo scrittore Richard Bach in questo piccolo romanzo riesce a spiegare quanto sia importante vivere pienamente le proprie passioni, anche quando non vengono capite o condivise e ci mostra il sentimento di libertà che è insito in ognuno di noi, uomo o animale, sentimento che non deve essere trascurato, ma che anzi va curato per farci sentire appagati.






"Il Piccolo Principe"
di 
Antoine de Saint-Exupéry




Il Piccolo Principe è un adulto-bambino che lascia il suo minuscolo asteroide per mettersi in viaggio nel cosmo. Durante il cammino, visita sei pianeti diversi, abitati da strani personaggi: un re, un vanitoso, un ubriacone, un uomo d'affari, un uomo che accende e spegne un lampione, un geografo. Sono personaggi equivoci, che mettono in risalto il lato ridicolo degli affanni umani. Queste storie hanno lo scopo d'insegnare a vivere: essere coraggiosi tra i vili, buoni tra i malvagi, liberi tra i prepotenti, sinceri tra i bugiardi, saggi in ogni circostanza dell'esistenza. Alla fine il Piccolo Principe giunge sulla Terra, e precisamente nel deserto del Sahara: a parte un serpente, non c'e anima viva, così si mette alla ricerca degli uomini. Nel tragitto, s'imbatte in una volpe, il Principe la invita a giocare, ma l'animale può accettare solo se prima sarà addomesticato. L'incontro con la volpe è il capitolo più lungo di tutto il libro e anche il più importante, perché in queste righe emerge il valore dell'amicizia. Per la volpe significa essere addomesticata, per il Piccolo Principe prendersi cura della sua rosa. Da quest'animale il Piccolo Principe, apprende importanti verità, prima d'incontrare l'io narrante, un aviatore precipitato nel deserto e scomparire poi definitivamente. 
Il Piccolo Principe si rivela alla fine, l'amico che ciascuno di noi vorrebbe avere a suo fianco, e ci aiuta, attraverso un meraviglioso viaggio di sincerità e fantasia, a ritrovare il bambino che è nascosto in noi. 



"Piccole Donne"

di Louisa May Alcott




”Piccole donne” è uno dei capolavori della letteratura per l’infanzia: chi l’ha già letto da bambina lo rilegge sempre volentieri, perché è un romanzo che non si dimentica. Per le ragazze d’oggi è la scoperta di un romanzo che invita all’amore, alla condivisione, all’amicizia, alla speranza anche nei momenti più difficili della vita. Anzi soprattutto di fronte alle difficoltà e alle emergenze che incombono sulla vita quotidiana.
Pensiamo che proprio in questi momenti difficili per la grave crisi economica in atto, che minaccia la serenità delle famiglie, il romanzo ”Piccole donne” edito da Mondadori sia un regalo molto utile in occasione del Natale. Le ragazze d’oggi, nonostante le apparenze di superficialità, stanno di fatto vivendo una fase contrassegnata da turbolenze sociali e da difficoltà economiche. La lettura di questo libro trasmette una morale: l’unione e l’ottimismo anche di fronte alle situazioni più disperate.
Siamo, dunque, nel 1861, nel Massachussetts. March, il padre, viene richiamato alle armi nel corso della guerra di secessione americana. La moglie Marmee resta quindi sola ad accudire le loro quattro figlie profondamente unite tra loro ma molto diverse nel carattere. Meg, Jo, Amy e Beth sono le ‘‘piccole donne” che, con la madre, conducono una vita difficile che però sanno affrontare con grande coraggio e con il comune spirito di condivisione e solidarietà che le contraddistingue, nonostante la diversità dei rispettivi caratteri.

Meg, la maggiore, è la più assennata delle quattro; Jo, ovvero Josephine, è il maschiaccio di casa, ma è generosa, anche se aggressiva e dolce nello tempo e un po’ femminista; Beth è tranquilla, dolce e molto fragile: infatti muore di tisi a soli vent’anni; infine Amy, la più piccola di casa, un po’ viziata, un po’ frivola ma comunque una ragazza decisa e sincera.


Protagoniste della vicenda sono appunto le quattro sorelle, Amy, Jo, Meg e Beth che vivono con la madre e la domestica, mentre il padre è al fronte a combattere la Guerra di Secessione. Sono ragazze provate da molti problemi: la lontananza del padre, le ristrettezze economiche, la lotta quotidiana per la sopravvivenza a causa della guerra. Ma quello che risalta subito è la salda unione delle sorelle di fronte a tutte le disavventure nonostante la diversità dei caratteri.
Le sorelle infatti non si sentono unite solo da legami di sangue, ma anche da una solida amicizia e dal comune istinto ad affrontare con semplicità le difficoltà che via via si presentano, trovando conforto nelle piccole cose quotidiane e aggirando con la spensieratezza propria della gioventù gli immancabili ostacoli ad una vita tranquilla. Ma questo stato di dolce acquiescenza viene messo a dura prova dalla notizia della malattia del padre che costringe la madre a partire e a lasciarle sole.
La definiremmo una situazione disperata quella delle quattro sorelle, in particolare quando anche Beth si ammala. Ma è proprio in queste fasi negative che loro dimostrano quanto sia solido e bello il loro rapporto. Da non sottovalutare il ruolo della madre, una donna molto attenta a seguire le figlie ma senza condizionarne le scelte. Infatti Amy, Jo, Meg e Beth vivono liberamente le proprie esperienze, senza interferenze materne.
In questo romanzo Louisa May Alcott riesce a evidenziare tematiche importanti e ancora attuali, mostrandoci fino in fondo il carattere delle protagoniste e le diverse reazioni di ognuna davanti ai fatti quotidiani. Il romanzo ”Piccole donne’‘ si rivela non solo una buona lettura, ma è come un messaggio alle ragazze d’oggi, pur provate dalle difficoltà del particolare momento socio-economico che stiamo attraversando: vivere cioè questa fase come un momento di transizione e con serena fiducia in un avvenire migliore.
L’AUTRICE

Louisa May Alcott nasce a Germantown nel 1832 e muore a Boston nel 1888. Ha svolto vari lavori prima di diventare scrittrice, a causa dei problemi economici in cui viveva la famiglia. Nel 1868 è stato pubblicato “Piccole donne”, un romanzo che potremmo definire autobiografico per le varie similitudini con la sua storia. Oltre a “Piccole donne crescono”, sono stati pubblicati anche “I ragazzi di Jo” e “Piccoli uomini”. È morta per avvelenamento da mercurio. Molti i film tratti dal suo romanzo “Piccole donne” edito da Mondadori. 


"Le mille e una notte,favole dal mondo arabo"



Dal titolo originale in arabo: alf laila wa laila, è indubbiamente il classico della letteratura orientale più famoso e conosciuto in assoluto. Alcuni personaggi che animano le favole raccontate dalla principessa Shahrazàd fanno parte dell'immaginario di tanti bambini del mondo, come Alì Baba e i quaranta ladroni o Aladino con la sua lampada magica o ancora i viaggi di Sindbad il marinaio. 

Il re Shahriyàr deluso ed infuriato per il tradimento della moglie concepisce un odio mortale per l'intero genere femminile. A causa di ciò egli ordina al vizir, che è anche il padre di Shahrazàd, di condurgli una vergine ogni notte: avrebbe passato la notte con lei e la mattina seguente ne avrebbe ordinato l'esecuzione. La strage continua per tre anni finché Shahrazàd bella, saggia e coraggiosa non si offre di passare la notte col re dicendo al padre: "O rimarrò in vita, o sarò il riscatto delle vergini musulmane e la causa della loro liberazione dalle mani del re e dalle tue". 

Shahrazàd, per non essere messa a morte dal vendicativo re, per mille e una notte, tiene desta la curiosità del sovrano con i suoi racconti straordinari, ora incatenati l'uno all'altro come anelli di una collana, ora rinchiusi l'uno nell'altro come in un sistema di scatole cinesi. Quando Shahrazàd smette di raccontare, il re Shahriyàr ormai ha dimenticato per amor suo l'antico odio per le donne; il tempo e la fantasia l'hanno riconciliato con la vita. Shahrazàd ha salvato se stessa e ben più di mille e una fanciulla. 

Questa la storia-cornice: una storia di per sé straordinaria, che offre Shahrazàd all'ammirazione di lettori, imitatori, poeti ed artisti. Shahrazàd è diventata per l'occidente la regina-madre di tutte le odalische che hanno popolato da secoli le letterature europee, le gallerie d'arte e i palcoscenici dei balletti. 

Per il mondo arabo Shahrazàd è il simbolo della forza dell'intelligenza, del fascino della parola, del potere di seduzione e in questo senso Shahrazàd rappresenta tutt'altro che il modello dell'odalisca sensuale e passiva, caro all'immaginario occidentale. In realtà essa è una donna attiva, abile, astuta, artefice della propria salvezza e di quella delle altre donne, capace di suscitare amore nel sovrano e di conservare vivo in lui questo amore. 
Da ragazzina l'avrò letto almeno 10 volte ma mi affascina ogni volta sempre di più.
Lo consiglio a tutti i ragazzi!


"La Sirenetta"
di Christian Andersen 



Marina è la bellissima principessa sirena che vive con la sua famiglia nel suo palazzo sul fondo dell'oceano. A quindici anni le sirene diventano adulte, così anche lei, raggiunta quell'età, ha finalmente il permesso di nuotare fino alla superficie del mare per vedere il mondo esterno. Improvvisamente viene colta da una terribile tempesta: vedendo una nave in balia delle onde, lotta per salvare la vita ad un bellissimo principe che sta per annegare e se ne innamora perdutamente.
Dal quel giorno Marina non fa altro che pensare al principe, è talmente innamorata di lui che il suo desiderio più grande è vivere con lui sulla terra. Quando un giorno scopre che il principe vive sulla foce del fiume Filgio, Marina pensa di andare da lui ma poi si chiede come fare a vivere con lui senza rischiare di rivelare l'esistenza del suo popolo, dato che con la coda non le sarebbe possibile scendere a terra. Capisce che per stare con il principe deve diventare anche lei un essere umano e c'è solo una persona che può aiutarla: la perfida e potente strega del mare. Quella stessa notte Marina, accompagnata dal suo amico delfino Fritz, esce dal palazzo di suo padre e si dirige verso la tana della strega.
Una volta lì, Marina e Friz devono prima di tutto superare la tremenda foresta che conduce all'entrata della tana della strega. Dopo essere sfuggiti a due spaventosi mostri i due riescono ad arrivare alla tana della strega, ma quest'ultima lascia entrare solo Marina, che resta terrorizzata da lei. Nonostante lo spavento iniziale Marina si riprende, ma prima di poter dire una sola parola, la strega si offre di aiutarla a tre condizioni. Per prima cosa, una volta diventata umana non potrà più tornare ad essere una sirena e quindi non potrà rivedere né suo padre né sua nonna e neppure le sue cinque sorelle. Poi, dovrà far sì che il principe le dichiari il suo amore, perché nel caso in cui lui sposasse un'altra, all'alba del giorno dopo le nozze Marina perderà la vita, il suo cuore si spezzerà e il suo corpo finirà dissolto in spuma di mare. Infine, la strega chiede che in cambio delle gambe Marina le doni la sua bellissima e preziosa voce. La sirena si fa coraggio ed accetta tutte e tre le condizioni, ottiene la pozione che compirà il miracolo, ma rimane priva di voce.
Dopo aver ottenuto la pozione Marina esce dalla tana della strega e trova Fritz che l'aspetta fuori con aria triste, perché ha sentito tutto. Prima di dirigersi verso la foce del fiume Filgio Marina torna a casa, ma non avendo il coraggio di entrare si ferma all'entrata e in silenzio dice addio per sempre a suo padre, a sua nonna e alle sue cinque sorelle. Fritz vuole accompagnarla , ma lei preferisce salutarlo lì per evitare che diventi ancora più difficile separarsi. Poi stringendo al cuore la bottiglia che contiene la pozione si dirige verso la foce del fiume Filgio. Giunta a destinazione, Marina beve tutto d'un fiato la pozione perché è quasi l'alba e al sorgere del sole perderà il suo effetto. Bevuta la pozione, Marina sente subito un gran dolore, e sta così male che le sembra di morire, ma proprio mentre il sole sorge all'orizzonte la pozione fa il suo effetto. Marina diviene umana ma per il dolore della trasformazione sviene. Intanto al castello il principe si sveglia, si affaccia alla finestra e mentre guardail panorama vide Marina svenuta sulla spiaggia. Preoccupato, si precipita a soccorrerla. Marina si riprende e rimane sorpresa quando vede le sue nuove gambe, ma non appena tenta di camminare cade a terra. Marina viene trasportata al castello e qui viene curata e vestita con gli abiti del principe (perché in quel castello non ci sono vestiti da donna). Appena si trova da sola con il principe tenta di dirgli che è la donna che lo ha salvato, ma purtroppo, essendo priva di voce a causa del patto con la strega, non riesce a farsi capire.
Passano due mesi e il principe si è già affezionato a lei: quando Marina suona l'arpa al principe ricorda il rumore delle onde che si infrangono sulla scogliera e per questo decide di chiamare Marina "Principessa sirenetta". Con il passare delle settimane Marina diventa sempre più felice, passa ogni momento della giornata accanto al principe e con il passare del tempo inizia a pensare che il suo desiderio più grande si potrà avverare presto. Un giorno, però, il principe riceve un messaggio dai genitori che gli ordinano di partire subito per la Svezia per sposarsi con la principessa di quel paese. Egli rifiuta, ma il re e la regina lo minacciano di imprigionare Marina per sempre. Così, per salvare Marina dalla prigione, il principe accetta di sposare la principessa, e una volta giunto in Svezia scopre che lei altri non è se non la ragazza che aveva visto dopo che Marina lo aveva salvato. Credendo che sia la sua salvatrice accetta di sposarla. Quando Marina viene a saperlo, le si spezza il cuore. In quello stesso giorno si celebrano le nozze e quella stessa notte durante il viaggio di ritorno sulla nave che aveva portato lì il principe, Marina sta tutta sola sul ponte a pensare alla sua vita. Ora che il principe ha sposato la principessa, secondo quello che le ha detto la strega, lei è condannata a morire diventando spuma di mare appena il sole sorgerà.
Ma non tutto è perduto, infatti Fritz, l'amico delfino di Marina, non l'ha mai persa di vista da quando si è trasformata. Una volta saputo del matrimonio ha avvertito le sorelle di Marina e loro hanno escogitato un piano per salvare la sorella dal tremendo destino che l'attende. Si recano da lei con un pugnale, spiegando che sono andate dalla strega per chiederle di rompere l'incantesimo di cui lei è vittima, e lo hanno ottenuto in cambio dei loro capelli. Le dicono che deve uccidere il principe con il pugnale e bagnarsi le gambe con il sangue e così potrà ritornare ad essere una sirena. Solo così si potrà salvare ma deve farlo prima del sorgere del sole. Poi le sorelle e Fritz se ne vanno lasciando Marina da sola e indecisa. Lei guarda l'orizzonte e vede che è già illuminato, e capisce che l'alba è vicina. Quindi Marina decide di fare quello che le hanno detto le sorelle, cioè uccidere il principe.
Con il cuore in gola Marina scende sotto coperta e una volta giunta alla tenda dove dormono gli sposi si avvicina al letto e alza il pugnale e si prepara così a colpire. Quando però vede il viso del principe, a Marina tornano in mente tutti i bellissimi momenti passati con lui in quei due mesi e così l'amore che prova per il principe blocca le sue mani e le impedisce di ucciderlo. Prende il pugnale caduto per terra, da un bacio al principe e se ne va. Quando ritorna sul ponte Marina pensa che tornerà di nuovo a far parte del suo mondo anche se dissolta in spuma di mare, e poi getta in acqua il pugnale che subito scomparve emanando una luce che sveglia il principe. Spaventato, egli sale sul ponte e vede Marina sul parapetto e la chiama con il nome che le aveva dato. Marina lo sente ma non si ferma. Ormai è troppo tardi e sotto gli occhi del principe Marina si getta in mare. Mentre il principe sta per tuffarsi anche lui per riportare Marina a bordo, vede dal parapetto un pezzo della sua coda e la spilla a forma di fiore con una perla datale dal padre il giorno del suo qiundicesimo compleanno, quando tutto aveva avuto inizio. In quel momento sorge il sole e quando la luce illumina il corpo di Marina che sta sprofondando accade quello che le aveva detto la strega. Il suo cuore si spezza, e il suo colpo si dissolve in tanta spuma di mare. Ma prima di sparire per sempre, sul volto di Marina compare un bellissimo sorriso, e mentre la spuma tirata dal vento si alza in cielo e il principe la vede. Vedendo la perla e il pezzo di coda a lui torna in mente l'attimo in cui aveva visto Marina mentre lo salvava dalla tempesta, e così comprende che era proprio lei la donna che lo aveva salvato. Però è troppo tardi, per lei ormai non c'è più niente da fare. Il principe con il cuore infranto non può far altro che guardare Fritz che insegue la spuma, ma si racconta che lo spirito di Marina non si sia dissolto come il suo corpo, e che con il suo coraggio e la sua bontà siano ancora vivi nella fantasia di tutti i bambini. Questa è la fine della storia di Marina, una sirena che morì per amore.
Il più bel libro,a mio modo di vedere,scritto da Andersen,racchiude una magnifico libro,completo e appassionante per i ragazzi che lo leggono.

"Peter Pan"
di James Barrie 



"Nel momento in cui dubiti di poter volare, perdi per sempre la facoltà di farlo"
E' questa la ragione che spiega il mistero, semplice eppure profondo, del fascino di Peter Pan. La magia dei personaggi e delle atmosfere deriva da un’incrollabile fiducia nella forza dei sogni: con la sua freschezza e vitalità, questo strano ragazzo vola, insieme con i lettori, «dritto fino al mattino». Nel primo racconto, Peter Pan nei giardini di Kensington, Peter è un bambino fuggito dalla culla che vive nel grande parco, tra saggi pennuti, fate e creature di sogno. In Peter e Wendy ha invece già raggiunto la famosa “Isolachenoncè”, e affronta bizzarre avventure in quella terra fantastica, popolata da pirati, sirene, pellerossa e da un feroce coccodrillo divoratore di uomini e sveglie...

"Chiedete a vostra madre se da bambina conosceva Peter Pan, e lei vi risponderà: «Ma certo, piccola»; domandatele poi se a quei tempi egli se ne andava in giro a dorso di capra e vi dirà: «Che domanda sciocca, certo che sì"

"Nel momento in cui dubiti di poter volare, perdi per sempre la facoltà di farlo"
È questa la ragione che spiega il mistero, semplice eppure profondo, del fascino di Peter Pan. La magia dei personaggi e delle atmosfere deriva da un’incrollabile fiducia nella forza dei sogni: con la sua freschezza e vitalità, questo strano ragazzo vola, insieme con i lettori, «dritto fino al mattino». Nel primo racconto, Peter Pan nei giardini di Kensington, Peter è un bambino fuggito dalla culla che vive nel grande parco, tra saggi pennuti, fate e creature di sogno. In Peter e Wendy ha invece già raggiunto la famosa “Isolachenoncè”, e affronta bizzarre avventure in quella terra fantastica, popolata da pirati, sirene, pellerossa e da un feroce coccodrillo divoratore di uomini e sveglie...

«Chiedete a vostra madre se da bambina conosceva Peter Pan, e lei vi risponderà: «Ma certo, piccola»; domandatele poi se a quei tempi egli se ne andava in giro a dorso di capra e vi dirà: «Che domanda sciocca, certo che sì».»

"Tutti i bambini, tranne uno, crescono"


Quante volte ho sentito questa frase, ma solo all'età die 26 anni, quando ormai non sono più bambina sono riuscita a leggere questo libro meraviglioso, che mi ha sorpresa, emozionata e fatto perdere nell'Isolachenoncé, insieme ai bimbi sperduti. Mi sono sempre definita una peter pan in gonnella, perché dentro il mio cuore non voglio perdere quella bambina che c'è, esiste ed esisterà sempre. I bambini hanno una capacità di sognare e fantasticare che, crescendo, spesso l'uomo perde. I bambini riescono a guardare il mondo con gli occhi pieni di luce e meraviglia. I bambini creano mondi immaginari dove possono recarsi quando i genitori non li guardano. Poi, crescendo in molti perdono questa capacità di sognare, di vivere avventure meravigliose con la mente. Perché una volta adulti tutti ti prenderanno in giro se dici di credere nelle fate e di volerle incontrare, se scrivi storie fantastiche per bambini, se riesci ancora a sognare nonostante il mondo crolli intorno a te. Io non voglio mai perderle la piccola rosellina che c'è dentro di me, e anzi me ne prenderò cura e non smetterò mai di credere in Peter, nelle fate e in altri mondi meravigliosi che la fantasia può creare.
Detto ciò, partiamo con il libro.
E' innanzitutto doveroso dire che è strutturato in due momenti: in principio Barrie, parlando al lettore, lo introduce nei giardini di Kensington a Londra, perché è lì che ha inizio la vita del piccolo Peter Pan, un bambino sperduto che si ritrova a vivere sensazionali avventure tra strani uccelli, fatine, e altro ancora. Un bambino che, però, in un certo momento torna a casa da sua madre una prima volta e sente quasi il desiderio di rimanere con lei... ma quando in un secondo momento compie il medesimo viaggio di ritorno, trova la finestra sbarrata e sua madre che dorme con un nuovo bambino. E' lì che il suo cuore sembra indurirsi, e lui non crede più nell'amore delle mamme, e non vuole più crescere.
La seconda parte, invece, si concentra maggiormente sulle sue avventure, con Wendy, John e Michael, che tanto la Disney e vari Film hanno presentato sui teleschermi. La storia credo che la conosciamo tutti; ma ammetto che non mi aspettavo che fosse anche così spietato nel raccontarla, c'è quasi una sorta di cinismo nelle sue parole.
Il testo scorre rapido e si legge con piacere. Barrie parla continuamente con il suo lettore, portandolo con sè prima nella Londra dell'epoca, e poi seguendo la rotta verso l'isola che non c'è. Seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino, no?
Wendy e i suoi fratellini si ritroveranno presto in quel mondo che loro stessi hanno immaginato e creato con la loro deliziosa fantasia. Un mondo dove vivono insieme bambini sperduti sotto la guida di Peter Pan, pellerossa guidati dalla piccola e deliziosa Giglio Tigrato, fate... di cui sembra in realtà essere rimasta solo Campanellino che prova un odio e una gelosia tale da mettere spesso Wendy in pericolo (perché, come dice l'autore, le fate possono provare un solo sentimento alla volta. Bisogna capirle no? Esserini irrascibili quando qualcuna prova a toccare il loro "amore"). E poi ci sono ovviamente i Pirati, guidati dal terribile, quanto sentimentale, Capitan Uncino che nutre un odio estremo verso Peter, a causa dell'arroganza - evidente - del bambino. 
Sono storie che agli occhi di un adulto che ha perso ormai la facoltà di sognare ed è entrato toalmente nella realtà, possono apparire sciocche, ma a me son piaciute veramente molto. Forse perché ho sempre avuto un pensiero positivo verso questo piccolo bambino che non vuole crescere, e forse perché per molto tempo anch'io non avrei voluto crescere. Perché dopotutto crescere ti fa entrare in un mondo reale che spesso non piace, perché crescere comporta avere molte responsabilità che possono spaventare, perché crescere spesso ti porta a smettere di sognare. Ma non è sempre così. Chi smette di sognare, rischia anche di non vivere. 
E' un libro per bambini sì, ma anche per quegli adulti che amano ancora sognare. Mi è piaciuta particolarmente la parte che parla delle fate, della loro struttura sociale, dei loro comportamenti! Amo quelle creature non sempre dal dolce animo, ma di una bellezza che incanta e spero in futuro di riuscire a scrivere di loro, perché io credo nelle fate!
Le Avventure di Peter Pan è un libro che va letto sicuramente, anche ad età avanzata. Un libro magico, dove la fantasia predomina, ma c'è anche una sorta di malinconia che pervade la storia, specialmente nel punto culminante, in cui Wendy cresce.