Poesie insieme

Giovanni Pascoli - il Tuono

E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì, di madre, e il moto d'una culla.




L'Infinito


Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani 

silenzi, e profondissima quiete

io nel pensier mi fingo; ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce 
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.


Giacomo Leopardi




Toglimi il pane, se vuoi,

toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
 Pablo Neruda
Pianto Antico

L'albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da' bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
tu fior della mia pianta
percossa e inaridita,
tu dell'inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.

Giosuè Carducci



Mia madre

Zitti, coi cuori colmi,

ci allontanammo un poco.

Tra il nereggiar degli olmi

brillava il cielo in fuoco.

...Come fa presto sera,

o dolce madre, qui!

Vidi una massa buia

di là del biancospino:

vi ravvisai la thuia,

l'ippocastano, il pino...

...Or or la mattiniera

voce mandò il luì;

Tra i pigolii dei nidi,

io vi sentii la voce

mia di fanciullo... E vidi,

nel crocevia, la croce.

...Sonava messa, ed era

l'alba del nostro dì.

E vidi la Madonna

dell' Acqua, erma e tranquilla.

con un fruscio di gonna,

dentro. e l'odor di lilla.

...pregavo ...E la preghiera

di mente già mi uscì.

Sospirò ella, piena

di non so che sgomento.



Io me le volsi: appena

vidi il tremor del mento!

...Come non è che sera,

madre, d'un solo dì?

Me la miravo accanto

esile sì, ma bella:

pallida sì, ma tanto

giovane! una sorella!

bionda così com'era
quando da noi partì.

Giovanni Pascoli


Amo l’amore che si suddivide  in baci, letto e pane.
Amore che può essere eterno  e può esser fugace.
Amore che vuol liberarsi  per tornare ad amare.
Pablo Neruda





Al cancello si aggrumano le vittime
da "La Terra Santa"


Al cancello si aggrumano le vittime

volti nudi e perfetti
chiusi nell'ignoranza,
paradossali mani
avvinghiate ad un ferro,
e fuori il treno che passa
assolato leggero,
uno schianto di luce propria
sopra il mio margine offeso.
 ALda Merini




Il dottore agguerrito nella notte
viene con passi felpati alla tua sorte,
e sogghignando guarda i volti tristi
degli ammalati, quindi ti ammannisce
una pesante dose sedativa
per colmare il tuo sonno e dentro il braccio
attacca una flebo che sommuova
il tuo sangue irruente di poeta.
Poi se ne va sicuro, devastato
dalla sua incredibile follia
il dottore di guardia, e tu le sbarre
guardi nel sonno come allucinato
e ti canti le nenie del martirio.
ALda Merini